Il programma “Ritornare a casa” nato inizialmente come programma sperimentale finalizzato a favorire il rientro in famiglia di persone inserite in strutture a carattere sociale e/o sanitario, promuovendone la deistituzionalizzazione e la permanenza nel proprio domicilio, sì è caratterizzato negli anni sempre più come un intervento rivolto a soggetti in condizioni di disabilità estrema garantendo la continuità dell’intervento e la capacità di dare risposta in tempi rapidi alle situazioni di maggior criticità.
Più specificatamente il presente provvedimento si inserisce all’interno di un quadro di riferimento orientato a sviluppare la domiciliarità dei servizi alla persona in difficoltà a favore della famiglia e del contesto di vita, con il sostegno di una rete organizzata e funzionale di servizi sociali e sanitari.
Il presente provvedimento deve armonizzarsi pertanto con il Servizio di Assistenza Domiciliare Integrato (ADI) che in alcune Aziende sanitarie ha raggiunto buoni livelli di efficacia, con i piani personalizzati in favore delle persone con handicap grave (Legge 162/98), con le azioni volte a incoraggiare l’emersione del lavoro precario e irregolare di coloro che offrono assistenza familiare (badanti) che saranno regolate con successivo provvedimento.
GLI OBBIETTIVI DEL PROGRAMMA
Obiettivo del programma è quello di favorire sia la permanenza nel proprio domicilio di persone a grave rischio di istituzionalizzazione che il rientro in famiglia di persone attualmente inserite in strutture a carattere sociale e/o sanitario che necessitano di un livello assistenziale molto elevato. Oltre a promuovere la domiciliarità dell’intervento, obiettivo del programma è anche quello di aiutare la famiglia sulla quale grava il carico assistenziale attraverso l’organizzazione della rete dei servizi e il sostegno al familiare di riferimento.
TERMINI DI PRESENTAZIONE
Il progetto può essere presentato in qualunque periodo dell’anno
A CHI è RIVOLTO?
Il programma regionale “Ritornare a casa” è pertanto rivolto esclusivamente a persone con situazioni che necessitano di un livello assistenziale molto elevato e che si trovino nelle seguenti condizioni:
- dimesse da strutture residenziali a carattere sociale e/o sanitario dopo un periodo di ricovero non inferiore a 12 mesi. La richiesta del progetto “Ritornare a casa”; deve pervenire alla Regione entro 6 mesi dalla dimissione;
- con gravi patologie degenerative non reversibili in ventilazione meccanica assistita a permanenza 24 h o coma;
- che, a seguito di una malattia neoplastica, si trovano nella fase terminale, clinicamente documentabile, della loro vita;
- con grave stato di demenza valutato sulla base della scala CDRs (Clinecal Dementia Rating scale), con punteggio 5;
- con patologie ad andamento cronico degenerativo con pluripatologia (valutate sulla base della scala di valutazione CIRS a 14 item, con indice di severità uguale o maggiore di 3 e con indice di comorbilità uguale o maggiore di 3) e con almeno altre due patologie, non concorrenti, oltre la principale.
Quest’ultima condizione viene inserita in modalità sperimentale.
Chi beneficia del programma “Ritornare a casa” non potrà accedere ai finanziamenti per i piani personalizzati in favore delle persone con disabilità grave, previsti dalla legge n. 162 del 21 maggio 1998.
LE CARATTERISTICHE DEL PROGRAMMA
Il programma sperimentale “Ritornare a casa” presenta alcuni punti caratterizzanti:
- l’integrazione sociosanitaria
- la personalizzazione dell’intervento
- la condivisione del progetto
- la presa in carico globale e unitaria
- la valutazione multidimensionale
MODALITà DI PRESENTAZIONE DEL PROGETTO
La domanda di predisposizione di un piano personalizzato deve essere inoltrata al Comune di residenza; l’ente ne da comunicazione all’Azienda sanitaria locale di appartenenza e alla Regione (Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale della Regione Sardegna, Direzione generale delle Politiche Sociali).
Entro 15 giorni dal ricevimento della richiesta, il Comune attiva la procedura per la predisposizione di un progetto personalizzato, coinvolgendo tutti i soggetti (istituzionali e non) che possono collaborare alla riuscita del progetto stesso. Entro 30 giorni dall’avvio della procedura, il progetto è predisposto e inoltrato all’Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale della Regione Sardegna, Direzione generale delle Politiche Sociali, per la successiva valutazione.
Il progetto personalizzato è predisposto congiuntamente dal Comune di residenza, dall’Azienda sanitaria locale di riferimento, dal diretto interessato (quando possibile) e dal familiare di riferimento. Nel progetto ciascun soggetto dichiara l’impegno operativo, il volume di attività e il livello di responsabilità assunto in ordine all’attuazione e alla verifica del percorso assistenziale.
Il progetto personalizzato deve assicurare il miglioramento del grado di autonomia e/o della qualità della vita della persona e fornire garanzie rispetto alle seguenti dimensioni:
- l’igiene della persona e degli ambienti di vita;
- lo svolgimento delle attività di vita quotidiana;
- la conservazione delle condizioni di salute e benessere;
- la promozione delle attività culturali e della vita di relazione.
Il progetto personalizzato deve assicurare servizi e prestazioni in relazione all’intensità del bisogno
assistenziale ed assicurare una qualità della vita soddisfacente.
IL FINANZIAMENTO
Il progetto è finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale secondo le disposizioni dell’art. 17 della L.R. 11 maggio 2006, n° 4.
Il progetto, sottoscritto da tutti gli attori coinvolti (Azienda Sanitaria, Comune, famiglia ecc.), è presentato alla Regione dal Comune di residenza del destinatario, in qualsiasi periodo dell’anno e deve indicare il livello di intensità assistenziale e l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente.
Il finanziamento del progetto personalizzato è correlato al livello di assistenza necessario e viene
PER MAGGIORI INFORMAZIONI CONSULTARE I SEGUENTI LINK
Finanziamenti per i progetti previsti dal programma sperimentale “Ritornare a casa”